TORTORETO – Le segreterie provinciali Fim Cisl e Fiom Cgil, assieme alle Rsu aziendali della Selta di Tortoreto, hanno organizzato per sabato 2 marzo il #salviamolaSELTA che partitrà alle 10 dallo stabilimento industriale e arriverà fino al Lido Marconi, dove interverranno i lavoratori dell’azienda in crisi.
“La crisi della Selta spa – scrivono i sindacati – non è finita ed anzi, se possibile, è peggiorata. L’azienda, che opera nel settore delle telecomunicazioni, dell’automazione e della cyber security ed è presente in provincia di Teramo da più di trent’anni, attualmente occupa 250 dipendenti in Italia di cui 80 nel sito di Tortoreto. Nell’ultimo anno il management ha tentato una serie di operazioni di salvataggio che però, puntualmente, non hanno dato gli effetti sperati ed anzi hanno contribuito a peggiorare la situazione: nonostante un accordo che ha previsto un importante sacrificio da parte dei lavoratori non si è ottenuta la promessa ristrutturazione del debito con le banche, non è mai stato presentato il piano industriale che avrebbe dovuto rilanciare l’attività di Selta, non è stato prodotto un piano di concordato fallimentare nonostante le iniziali rassicurazioni circa l’esistenza di possibili acquirenti interessati a rilevare il gruppo. A questo operazioni, tutte fallite, si è aggiunto in questi mesi, in particolare a Tortoreto, il mancato rispettato dell’accordo sindacale sulla rotazione dei lavoratori da collocare in cassa integrazione. Oggi, dopo la decadenza per dimissioni del Consiglio di Amministrazione, l’ultimo tentativo è quello della richiesta di amministrazione straordinaria con la nomina di un commissario che lavori per tentare il salvataggio aziendale. In questa fase è assolutamente necessario che il Ministero dello Sviluppo Economico convochi al più presto l’azienda e le rappresentanze sindacali, affinché si cerchino tutte le soluzioni possibili per il salvataggio dell’azienda e dei posti di lavoro.
Non è possibile – concludono le segreterie di Fim Cisl e Fiom Cgil – che non si faccia nulla per salvare l’occupazione in un territorio come quello del comune di Tortoreto, riconosciuto dallo stesso Ministero ‘area di crisi complessa’ a riprova di quanto siano già state pesanti le conseguenze della crisi degli ultimi anni".